Io valgo di più, A. Caprio, A. Minunno, C. Spagnuolo di Radici Future Produzioni

01.08.2021

Un prezioso volume per genitori, insegnanti, operatori ed educatori dell'infanzia e dei giovani, Io valgo di più edito da Radici Future Produzioni e scritto a sei mani di Antonella Caprio, Annamaria Minunno e Carla Spagnuolo. 

Tre donne, tre professioniste nei loro specifici settori che hanno messo in campo sensibilità e competenze per affrontare il capillare fenomeno del bullismo e del cyberbullismo.

Antonella Caprio, scrittrice, propone il testo di una piece teatrale con la quale ha raccontato la storia di Sara ricostruita attraverso la rilettura delle chat, con cui i bulli hanno a lungo agito violenza contro la ragazza, bella e intelligente ma non omologata alle logiche soverchianti della gang. 

Il teatro, dunque, come veicolo diffusivo e incisivo per spiegare ai ragazzi e alle ragazze a "usare le parole. Perché le parole e le umiliazioni fanno più male delle botte!". 

Il teatro, scrive Caprio nei ringraziamenti finali, per riconoscersi in qualche personaggio (IMMEDESIMAZIONE) e uscire allo scoperto ( RICONOSCIMENTO E CONSAPEVOLEZZA).     

Ricorre, invece, alla sua competenza di giornalista Annamaria Minunno che racconta nel corpo centrale del testo, numerose storie vere attraverso le quali ha estrapolato i tratti distintivi  del fenomeno e per ognuna ha ribadito le necessità che i genitori siano sempre in ascolto dei bisogni dei loro figli.

Tocca, infine, a Carla Spagnuolo, giudice presso il Tribunale per i Minori di Bari, la parte più tecnica e/o didattica del libro, ripercorrere le ragioni per le quali fu necessario dotarsi di apposita legge a disciplinare tale complesso fenomeno e le sue diverse applicazioni pratiche.  

Non è fenomeno nuovo quello del bullismo (arguto il richiamo al personaggio di Franti nel famoso libro Cuore di De Amicis), ma  è diventato sempre più pericoloso con la massiva diffusione tra i ragazzi e le ragazze dei social media, dando luogo alla versione dematerializzata e informatizzata del cyberbullimo. 

La indisciplinata diffusione dei messaggi che circolano in rete - e che non scompaiono quasi mai -  espone la vittima di fronte a un crescente e incontrollato pubblico pronto a deriderla e a "bullizzarla" o solo (sic!) ad assistere inerte e silenzioso alla violenza. Il mezzo amplifica l'esposizione al pericolo e la platea di rei e spettatori.  

Si perché, le autrici lo rimarcano in continuo, nelle fattispecie esaminate agiscono tre categorie di soggetti: la vittima, il bullo (quasi sempre a capo di una banda) e gli spettatori silenziosi, anche loro timorosi di perdere il consenso e l'accettazione del gruppo ove assumessero posizioni di contrasto o di denuncia.   

Le storie narrate evidenziano spesso situazioni di fragilità a carico di tutti gli attori che, tuttavia, quando trovano relazioni sbilanciate e violente approdano a ipotesi delittuose che devono trovare censura e punizione. Il bullismo non è un reato a sé ma l'insieme di comportamenti delittuosi previsti e puniti dal nostro codice penale e oggi riassunti - speriamo sempre più efficacemente - nella L. n. 71/2017, legge nata all'indomani della triste vicenda di Carolina Picchio.

L'intervento normativo, scrive Spagnuolo, ha finalità prevalentemente educativa e preventiva.

Chiama in causa le diverse istituzioni per riconnettere le fila di una rete protettiva e responsabilizzante che prevenga e recuperi le degenerazioni di un uso scorretto del web".   

Ma è in primis alle famiglie che le autrici rivolgono il contenuto del loro libro, perché l'assenza del controllo degli adulti rende possibile la crescita senza freno di comportamenti denigratori nei confronti di taluni che si sentono soli, indifesi, incapaci di reagire o di chiedere aiuto. 

"Parlare, confrontarsi, aprirsi" per capire "se e in che misura quel che succede viene sofferto profondamente da chi ne è coinvolto", in una società che tende verso una perfezione illusoria capace di emarginare il debole "mettendo da parte il valore fondamentale del vivere comune" . 

Un libro, allora, che merita di essere letto anche dai più giovani come un invito a guardarsi intorno perché spesso le parole lacerano più di un'arma"

M.L. 

 

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