In nome della madre, Erri De Luca (Universale Economica Feltrinelli)

Erri De Luca ha studiato, tra le altre lingue, l'ebraico antico da cui ha tradotto alcuni libri della Bibbia. La conoscenza della lingua antica ha amplificato la sua indiscussa capacità di rendere poesia tutto ciò che scrive.
Ed è solo poesia In nome della madre, che Feltrinelli rende disponibile anche in audiolibro, "una lettura della storia di Maria che restituisce alla madre di Gesù la meravigliosa semplicità di una femminilità coraggiosa, la grazia umana di un destino che la comprende e la supera".
Il libro, suddiviso in quattro stanze e tre canti, coglie la giovane ragazza di Nazareth nel momento della solenne Annunciazione dell'Angelo: la voce del messaggero era arrivata insieme a un colpo d'aria, sono sposa promessa e non devo guardare in faccia gli uomini. Shalom Miriam, Shalom lekhà. Mi ha annunciato il figlio. In corpo nel mio grembo si era fatto spazio.
Ma Maria è innamorata del suo Giuseppe e nelle stanze successive, la ragazza dovrà trovare il coraggio di rivelare al suo promesso sposo la promessa di Dio per lei, per lui.
De Luca supera con rispetto il mistero divino e si concentra sulle emozioni e sulle reazioni dei due giovani.
Giuseppe sogna quel che deve fare e in silenzio devoto si affida a quelle prescrizioni divine.
La testa fra le mani, si immagina la grave reazione legale e cerca dei sotterfugi per proteggere la sua donna dal castigo della comunità, dalla certa lapidazione fuori dalle porte di Nazareth. Ma con tenerezza e gratitudine sceglie di schierarsi dalla parte di lei, la ama a dismisura, non le farà mai del male, cambia la sua vita, si butta a capofitto nel lavoro, continua a pregare il suo Signore, che mai gli farà mancare il sostegno, in una storia assolutamente incredibile già dall'inizio.
La sposerà quella ragazza, con in grembo il figlio di un colpo di vento, la porterà in viaggio verso Betlemme per il censimento dei Romani, cercherà e troverà per lei un luogo acconcio dove potere dare alla luce il bimbo, Ieshu figlio di Miriam e del più ignoto dei padri, come l'angelo gli aveva ordinato di chiamarlo, quella notte, in sogno.
E Maria, nel racconto mirabile e commovente di De Luca, sarà la donna più innamorata della terra.
Di Dio, del figlio e del suo Iosef, il più coraggioso degli uomini, il più giusto degli uomini in terra.
Perché erano due ragazzi, Maria e Giuseppe, promessi sposi secondo la legge antica, colpevoli soltanto di avere detto SI al progetto salvifico del loro Signore per loro, per il loro popolo e per l'umanità in cammino. Perché per obbedire a quella missione, Maria patisce gli sputi e la minaccia delle pietre lungo la sua strada e Iosef rimane solo contro tutta la comunità di Nazareth, contro la sua famiglia, contro la legge che lo condannava.

Perché ritenendola capace solo di fiamme che si alzano verso il cielo, abbiamo fatto un torto all'umanità di questa giovane donna innamorata.
Ce lo dice don Tonino Bello, autore di 31 titoli mariani raccolti in un unico volume dal titolo Maria, donna dei nostri giorni, edito da San Paolo edizioni

Invece, don Tonino, ancor prima di Erri De Luca, scriveva "anche Maria ha sperimentato quella stagione splendente dell'esistenza, fatta di stupori e di lacrime, di trasalimenti e di dubbi, di tenerezza e di trepidazione, in cui come in un coppa di cristallo sembrano distillarsi tutti i profumi dell'universo".
Splendore, tenerezza e trepidazione che De Luca immagina non la abbandoneranno mai, neppure quando in quel luogo buio, fuori dalla città, sola con un bambino da dare alla luce, Iosef sistemerà la paglia sulle pietre asciutte e ci stenderà sopra le coperte e le pelli. E lei, Maria, gli metterà in ordine i capelli e gli sorriderà.
"Così mi piaci", gli ho detto, soddisfatta di com'erano sistemati.
Maria Lovito