In una vita di Vincenzo Dimilta (Edizioni Transumanti)

23.08.2023

Riallacciare il presente al passato per capire chi siamo e come abbiamo usato l'eredità lasciataci dai nostri antenati. 

Questo il senso del libro di Vincenzo Dimilta intitolato In una vita edito da Edizioni Transumanti.

Dimilta torna al momento della storia del nonno Francesco, reduce della prima guerra mondiale, ferito e impossibilitato a curarsi per le misere condizioni della sua famiglia. 

Giuliano, suo figlio e padre dell'autore, è all'epoca un bimbo, frequenta la scuola elementare in una Accettura povera, isolata e arretrata. Al capezzale del padre, Giuliano perde la sua fanciullezza e inizia un percorso di vita lungo e durissimo, che ne farà un uomo votato alla giustizia, alla solidarietà alla condivisione.  

All'esperienza subitanea del lavoro minorile ( del quale allora nessuno metteva in dubbio la legittimità) nei campi dei ricchi proprietari terrieri segue quella della leva obbligatoria a Napoli e quindi l'involontario reclutamento nell'esercito del Duce: Giuliano, con due suoi amici lucani, si ritroverà nel Balcani a combattere una guerra che non capisce, che rifiuta di fare sua, che rinnegherà con forza per il resto della vita. 

La lordura del conflitto diverrà orrore nel campo di concentramento dove i Tedeschi internavano i soldati italiani che rifiutavano l'arruolamento nelle milizie della neonata repubblica di Salò. Fame, sporcizia, lavori umilianti e massacranti, freddo, sangue e morte. Morte ovunque. 

Il giovane Giuliano si formerà in questo contesto e la guerra continuerà a lungo nella sua testa anche una volta tornato ad Accettura, anche quando le persistenti difficili condizioni economiche lo costringeranno a emigrare in Belgio. 

Qui le miniere col loro buio, i profondi cunicoli, le fragili paratie e la vergogna dei "ghetti" dove il governo delle Fiandre relegava gli emigranti "venduti" dall'Italia in cambio di ingenti quantitativi di carbone. Troppo profonde le disparità, tanto lontana l'affermazione dei diritti dei lavoratori, quasi inimmaginabile il riconoscimento della proprietà dei terreni ai contadini. 

Giuliano tornerà in Basilicata e fonderà ad Accettura la sede del PCI, darà vita al movimento di occupazione dei latifondi dismessi. Una vita intera spesa a combattere per affrancare generazioni di gente umile a riscattarle da un destino odiosamente imposto dall'alto, da altri. 

Questo libro è un romanzo storico, dove la realtà raccontata nella sua più cruda durezza soverchia l0invenzione, una luce accesa sulla Storia della nostra Terra nella Storia della nostra Nazione. 

E, infine, si consegna ai lettori, magari a quelli più giovani, come un testamento morale: Dobbiamo ribellarci alla sorte immutabile. Solo così, tutti insieme, potremo essere forti, responsabili e lottare per conquistare autonomia, lavoro e libertà. Poi verrà anche la giustizia sociale"

Maria Lovito

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