Jonio di Agnese Ferri (Edigrafema edizioni)

02.05.2022

Agnese Ferri ha pubblicato con  Edigrafema Edizioni Jonio una raccolta di undici racconti "che rendono la Basilicata una meraviglia oltre il tempo".

Sbaglia, tuttavia, il lettore se pensa di fare un viaggio lungo le spiagge del nostro mare al sole di agosto, lidi schiamazzanti, movida notturna, palette e secchielli. 

Sbaglia perché qui il mare è custode, nero, afoso, silenzioso, di una umanità dolorante e attonita, vite stravolte o stagnanti, cuori che troppo tardi hanno compreso il valore di momenti felici non afferrati e, pertanto, inesorabilmente perduti.  

Agnese Ferri percorre la costa jonica, va in Calabria, si affaccia sulla vicina Puglia poi torna in Basilicata (Metaponto, Rotondella, Pisticci) e ovunque colloca un personaggio e la sua storia, raccontata in prima persona o attraverso le parole di un deuteragonista, come nelle antiche tragedie greche.     

Ha il dono di una scrittura elegante, Agnese, che si accompagna a un sapiente rimando evocativo a simboli forti di questa terra: la bougainvillea, il frinire delle cicale, la polvere dell'ILVA, le uscite sulla SS106, la lavanda, i campi di pomodoro.

La assoluta padronanza delle parole e la scelte linguistiche riuscite le rendono possibile assonanze, comparazioni, riflessioni, simmetrie in grado di lasciare il lettore senza fiato per la loro raffinatezza narrativa, giacché riesce a indagare l'interiorità dell'essere umano e a raccontarne i pensieri in concetti molto ben espressi.  Accade in 2 Curve (Non sono più cava. D'improvviso, senza perdersi, mi ha riempita), succede in Grano e Lavanda ( quando ci penso mi vengono in mente quelle mazzette che aveva il pittore quando ho imbiancato casa) e ritorna in Polvere d'ossa (I suoi vestiti l'asciugamano si sporcano di una polvere bianca sottile che sembra farina).

Davanti al mare, che sia con l'afa estiva o con il vento freddo dell'inverno, i personaggi cercano e chiedono amore. Raccontano separazioni, violenza di coppia, perdite premature, l'insorgenza di una malattia, la nascita di nuovi amori che repentinamente si dissolvono, l'incapacità di lasciare il noto noioso e ripetitivo per un futuro pieno di incognite. Cercano pezzetti di vita ma non tutti sono capaci di fare il salto necessario. Allora spiano o saltano all'indietro, sperando che qualcuno li abbracci, si ricordi di loro, in attesa di quei giorni in cui "sei lì, con gli occhi chiusi. Ma quando li riapri sei sul bagnasciuga di una vita nuova". 

M.L.      


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