Le Solitarie Ada Negri (Ensemble edizioni)

02.12.2022

Nell'enciclopedia delle donne, la biografia di Ada Negri è affidata a Maria Teresa Fumagalli, che ne sottolinea "il pensiero vigile e ossessivo, la capacità di analisi delle situazioni complesse , analisi spinta fino alla negatività assoluta, alle grida e alla protesta rabbiosa". 

De Le Solitarie, la Fumagalli scrive "Ci colpisce lo stile asciutto, persino dimesso, e la vicinanza emotiva della scrittrice verso quei destini femminili così grigi". 

La casa editrice Ensemble, avvalendosi della consulenza editoriale di Dario Puntuale, sul finire del 2022 decide di dare alle stampe una nuova edizione de Le Solitarie e affida alla penna magistrale di Marina Novelli la prefazione, che  già da sola salva l'opera dall'oblio a cui pareva destinata, ne recupera da subito il senso classico come di un testo, per dirla con Italo Calvino - pure abilmente citato - contemporaneo nel momento  esatto in cui è "in grado di stabilire un rapporto con una vasta varietà di esperienze umane"  

La raccolta a queste varie esperienze si rivolge senza finzioni, senza orpelli (se non quelli di una lingua scritta ancora aulica, esclusiva) quasi senza pietà. Perché alla autrice serve denunciare profonde disparità sociali a quel tempo antiche e insanabili, che colpiscono, avviluppano, annientano i destini femminili là raccontati. La Solitudine che annienta le donne della Negri è fuori e dentro di loro, è nelle loro misere case e nel mondo che le circonda, è sulle loro esili spalle chiamate a sorreggere pesi indicibili per chiunque altro. 

La morte precoce di un marito, l'abbandono di un uomo di fronte alla rivelazione di una gravidanza indesiderata, la malattia di un figlio, il lavoro massacrante, l'eterno, impellente, mai pago bisogno di denaro.  

Su tutto troneggia il giudizio impietoso dell'uomo, della famiglia, della comunità, delle istituzioni. 

Quell'insana voglia di conoscere sempre ogni cosa che farà dire al dottore di Il Crimine "maledette donne! maledette i loro pasticci!"

Così in solitudine muore Cristiana, resta avvolta nella sua nebbia Raimonda, trova pace in manicomio Franceschetta.

Questa pubblicazione ci offre l'occasione per capire quanta strada s'è fatta per rivendicare e affermare i diritti delle donne, dal voto all'istruzione, dal lavoro all'accesso alle più alte cariche dello Stato, dall'autodeterminazione alla emancipazione dall'uomo e dal matrimonio necessario per essere "mantenuta" .

Risultati eccellenti che vanno preservati e arricchiti di nuovi e sempre più efficaci contenuti e sui quali occorre costantemente vigliare perchè come ebbe a scrivere Miriam Mafai, "non si sa mai".

M.L.  


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