Mediterraneo Nero di Gian Luca Campagna (Mursia editore)


Racconta una storia di Dolore il libro di Gian Luca Campagna edito da Mursia dal titolo Mediterraneo Nero
Un Dolore senza Speranza che si dipana tra l'Agro Pontino, la Puglia, la Toscana fino alla Corsica e poi al Montenegro.
Francesco Cuccovillo, giornalista barese trapiantato a Roma, si mette sulle tracce di un misterioso ingegnere, apparentemente scomparso, in passato invischiato nei loschi traffici dell'affondamento di navi colme di rifiuti tossici. Ha una missione: consegnargli una lattina di Coca Cola, un oggetto banale ma che nel libro si carica di significati ultimi, definitivi.
Il protagonista appare essere un uomo solo, un eroe alla ricerca del suo mantello, un osservatore attento e disgustato dalla realtà in cui si imbatte, dall'umanità che la abita e dal baratro sul quale scopre di essere seduto.

Sì perché il Nero che sporca il grande e vecchio Mediterraneo è quello di tutti i veleni del Mondo: le scorie radioattive, i rifiuti tossici di ogni risma, il denaro sporco, la droga, l'immigrazione clandestina, i morti in mare, la prostituzione, la corruzione, le omissioni di Stato. Effluvi che diffondono morte e rovina e che corrodono l'animo di chi sopravvive e li danna come accade a Marie, a Khaled, a Caino, a giudici, a politici e a quelli stessi che della rovina sono o sono stati artefici.
Restano in ombra le figure femminili delle quali piace all'autore sottolineare aspetti più negativi che positivi (la fidanzata di Cuccovillo ricca e cafona, Barbara in bilico tra passato e presente, Marie dissoluta e assassina), ma poco contava all'economia del racconto fare il contrario.
La scrittura, dal canto suo, si fa feroce e si mette acriticamente al servizio dell'abisso in cui sono sprofondati i personaggi.
Italo Calvino dedica alla Rapidità una delle sue impareggiabili Lezioni Americane e la descrive come "una particolare densità che ha comunque la sua misura nella singola pagina".
La Rapidità, egli continua, è "unica, densa, concisa, memorabile".
Campagna fa sua la lezione del grande scrittore e il libro ne guadagna in qualità, ne gode.
Ha ritmo, è veloce, pressante, incuriosisce e trascina il lettore nel vortice investigativo.
Mediterraneo nero è una storia forte, da leggere in un weekend uggioso, sorseggiando rum, in sottofondo le note struggenti di Oblivion di Piazzolla.
Maria Lovito
