Ora come allora di Lucia Gallo (Edigrafema edizioni)

Non sono mai arrivata a terra.
La mia magrezza mi ha trasformato in piuma vagante di qua e di la
La scrittura, curata e pulita di Lucia Gallo, autrice di Ora come allora pubblicata nella collana Lucincitta di Edigrafema edizioni, ne tradisce da subito la passione privata e professionale per la Letteratura.
Docente nelle scuole secondarie di I grado ed esperta di ricerca metodologica-didattica, Lucia sceglie di raccontare una storia tutta femminile, dono di una nonna, che riavvolge il nastro, a una nipote, che il suo nastro tutto deve ancora srotolarlo.

Una nonna speciale davanti al suo computer scrive la sua storia, una di quelle "fatte di buoni sentimenti, quelle che profumano di buono. Quelle che ancora possono fare sognare e sperare".
Per salvare, conservare, per non cancellare e perdere le parole che così faticosamente ha messo insieme.
La scrittura al servizio del ricordo.
Il ricordo che da personale diventa collettivo, tratto identitario di una piccola comunità, qui del Sud, luogo caro all'autrice, in verità collocabile in un posto qualsiasi del mondo.
Sveva, giovane pianista italiana a New York, torna in Italia per vendere la casa di campagna che i nonni le hanno lasciato in eredità.

Intanto, in un altalenarsi chiaro e netto tra passato e presente, l'autrice pone sul cammino della ragazza figure femminili incantevoli, spartiacque tra le donne compite e riservate di un allora e quelle protese, a volte timidamente a volte con maggiore determinazione, verso la rivendicazione di una vita diversa, fatta di scelte consapevoli in un ora.
Nonna Luciana, nonna Maria Teresa, la sorella maggiore Ludovica, "sono sempre state le donne il vero motore della mia famiglia".
Una madre attenta ma pure stretta negli stereotipi del suo tempo, pronta per questo a spegnere sogni e illusioni nel nome del prestigio sociale, del marchio di famiglia, del lavoro serio e ben remunerato, del "cosa penserà la gente?".
Esistenze di donne nuove capaci di riscattare quelle di altre, di sorelle sfortunate, vittime ridotte al silenzio, coperte di ridicolo o ritenute pazze, creature deboli e sole nelle mani di uomini che, per legami di sangue, mestiere o vocazione avrebbero dovute proteggerle.
Sveva dà voce a queste donne, Pasqua, Carmela, Mecca e Maddalena, e le riabilita nella memoria severa del racconto, le redime dal marchio dell'infamia che il paese ignorante e patriarcale aveva loro impresso, riducendole ai margini della vita sociale, incolpevoli, innocenti, povere e curve sotto i loro pesi.
"Storie tramandate nel tempo, testimoni silenziose di un'età forse compiuta", ma pure depositarie di segreti diversi, "minori" per gravità, non per questo meno importanti.
Come il vecchio libro di ricette, un cimelio prezioso, "Ricette di famiglia".
Qui il racconto si fa più arioso, torna indietro e si apre sulla scena di una grande cucina in una casa di campagna dove le donne, allegre consapevoli della delicatezza del compito, si preparavano a "fare il pane".
Acqua, farina, pazienza, coccole e condivisione, ecco gli ingredienti necessari a compiere il miracolo della lievitazione, uniti ai riti profani contro il malocchio e alla recita delle formule per legare il pane al sacro, all'amicizia, al rispetto e alla cura.

Il libro di Lucia Gallo è un racconto d'amore, solo in apparenza datato per stile e contenuto.
E' aprire l'anima.
E' ricerca di un tempo per raccontare, perché "le cose importanti devono essere scritte, devono lasciare una traccia che possa resistere al tempo".
E' un moderno, piccolo, manuale di educazione sentimentale, utile, nonostante qualche tratto di artefatta lievità (mai superficiale), a farci pensare e parlare di amore, l'amore felice finalmente, e poi di purezza, ingenuità, candore di sentimenti ...ora come allora.
M.L.