SIRIS di Martino Iannibelli (Edigrafema casa editrice)

09.08.2023

I miti fondativi sono racconti di dei, eroi ed eroine che ci raggiungono dalla Grecia profonda con intensità e potenza tali da costruire e configurare intere tradizioni di culture e di civiltà. 

Abramo fonda Israele, Teseo Atene, Didone Cartagine. 

Enea, in fuga da Troia dopo la disfatta a opera degli Achei, arriva nell'antico Lazio e fonda Lavinio, mentre i suoi discendenti  fonderanno Roma (Fonderanno una città che sarà capitale del più grande impero mai creato: il suo nome sarà Roma).

E se tra i sodali dell'eroe virgiliano qualcuno fosse rimasto sulle coste del mar Jonio ? 

Se tra queste terre di dolci colline, dove pure imperava una palude pericolosa e insalubre, Troiani e Achei, di nuovo in guerra tra loro, avessero ricostituito piccole comunità e fondato nuove colonie?

L'interrogativo stuzzica la mente di un giovane archeologo che, forte di studi classici e appassionato del suo lavoro, prova a dare una risposta con un romanzo , il suo primo, che si legge con lo stesso ritmo incalzante che ti accompagna mentre guardi un action movie.

E' SIRIS di Martino Iannibelli edito da Edigrafema Casa editrice, che quest'anno celebra brillantemente il suo 10° compleanno.     

E ha tutte le carte in regola per aspirare a diventare il mito fondativo della colonia magnogreca di Siris. 

Il racconto, affidato a una scrittura pensata e aderente al tempo e ai personaggi, si muove in due direzioni narrative che tra loro si intersecano e vibrano di colpi di scena: nell'attuale presente, un gruppo di giovani archeologi recupera da una scavo stratigrafico sulla collina del "Castello" di Policoro lo scheletro di un uomo con un bracciale raffigurante una caccia al leone; in un lontanissimo passato, uno sparuto gruppo di esuli tra cui l'appassionato Sigeo, stringendo alleanze e amicizie, prova a dare vita a una nuova esistenza. 

Ci sarà una battaglia, sanguinosa e dolorosa come tutte, per la conquista dei nuovi territori.

Ci saranno vincitori e vinti. 

Sangue, vino, armi, cavalli, folle danzanti e poi feroci, fino all'epilogo aperto, promettente, foriero di nuove storie. 

" Non ero più il prigioniero arrivato sulla collina in catene, condotto dal principe e dalla sua guarnigione, con non più che del lino addosso e una storia da raccontare. Ero qualcosa di più"  

M.L.


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