Vite in cammino di Rocco Faraone (Book Road)
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Sposta avanti di oltre dieci anni dopo il 2019 le lancette dell'orologio Rocco Faraone all'esordio letterario - assai ben riuscito - di Vite in cammino per Book Road.
Immagina una storia, fitta di personaggi tutti molto ben "costruiti", di amicizia e solidarietà, di razzismo e divisioni, di grandi imprese e di preoccupanti cambiamenti in una Matera futuristica.
Forse neppure troppo!
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Spentesi le luci sulla Capitale europea della Cultura 2019, la città, bella e struggente, si lecca le ferite provocatele dallo spostamento massiccio dei giovani locali, dalle ondate migratorie che attraversano un mondo squassato dalle mutazioni climatiche, dalla massificante robotizzazione del lavoro, persino quello nei campi, dove Prince, il ragazzo nigeriano protagonista del racconto, trova la sua prima occupazione.
Lo incontriamo Prince, alle spalle un vissuto di dolore e di miseria, nella falegnameria materana di Palmiro, uomo buono, esperienze significative nei sindacati, marito di Lisa, donna attenta ai bisogni della famiglia, come il suo ruolo le imponeva, e padre di Gildo, un figlio divorato dai suoi demoni interiori, preda di ideologie razziste e totalitarie, fonte di grande preoccupazione per i genitori.
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Ai due ragazzi, in modi diversi ma in fondo uguali, Faraone affianca due giovani donne: Afef che percorrerà con Prince un primo tratto di viaggio verso l'Europa, e Selly, la veronese, anche lei una disagiata, una vera e propria mina vagante.
In mezzo a loro la falegnameria di famiglia che nella resa narrativa diventa luogo di redenzione per Prince e Afef e simbolo di dannazione per Gildo e Selly. I primi due sapranno ricambiare con gratitudine sincera l'affetto e le opportunità loro elargite a piene mani dagli anziani coniugi, i quali, dal figlio, al contrario, avranno dispiaceri e delusioni, incapaci di evitargli il precipizio nel baratro che il giovane uomo rabbioso e perennemente in conflitto con il mondo intorno a sé, saprà da solo costruire davanti a sé.
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Intorno a loro il mondo cambia velocemente.
Scrive Faraone: Tutto era diventato precario, dal lavoro alle relazioni sociali, ai rapporti familiari. Interi territori erano assediati e sfruttati in ogni parte del mondo. (...) Il Sud dello Stivale soffriva per la siccità e la scarsità di acqua potabile".
La Basilicata non si sottrae a questo paradigma, già sfruttata da pratiche oramai consolidate di cattiva gestione del territorio. Ma mentre l'autore da vita al movimento Matrix, al lavoro su progetti innovativi e di salvaguardia dell'ambiente naturale e culturale, dall'altra vede la città invasa dall'arrivo di piccoli androidi di provenienza asiatica, "creature tecnologiche" legate da una catena indissolubile a tutti i livelli della vita umana.
Il libro regala un finale sospeso e visionario.
Toccherà al lettore scegliere quale sorte subiranno i personaggi , capire se il mondo descritto dall'autore assumerà il controllo del suo futuro, decidere se ad averla vinta saranno le grandi multinazionali che sfruttano l'Artico o i maghi del digitale e dell'intelligenza artificiale.
Faraone , lui, sceglie la Speranza racchiusa nel sorriso e nei gesti pietosi di Toby e in quel pezzo di carta su cui "aveva disegnato otto braccia alzate che salutavano una sola mano al di là dell'oceano"
Maria Lovito